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raboso del biave

Scopriamo assieme il… Rosso 245, il nostro raboso del Piave

In questo articolo vi raccontiamo il ROSSO 245, IL RABOSO DEL PIAVE DI CANTINE DEL CERRO che abbiamo provato insieme.

Rosso fermo, amabile. Colore rosso pieno, riflessi aranciati. Profumo fresco dalla caratteristica nota floreale. Sapore intenso, fruttato, di agrumi all’inizio, alla fine si sente la nota amabile che persiste lasciando la bocca dolce. 11.5% gradazione.

Non fatevi ingannare dal tappo. Il tappo corona è i miglior sistema di chiusura per mantenere inalterate le caratteristiche del prodotto. Infatti, assicura che la bottiglia sia sigillata perfettamente, evitando micro-ossigenazioni indesiderate che danneggerebbero i vini pronti da bere, che non necessitano dell’invecchiamento in bottiglia. Si beve il vino non i tappo!

A Cantine del Cerro ci piace conoscere in vino con un’occhio all’origine e un altro alle sensazioni che tramette.

Il Raboso è un vino di antichissima origine, il suo nome deriva forse dall’omonimo affluente del fiume Piave o dall’aggettivo rabbioso, che ben descrive il carattere forte e indomabile del vitigno. 

Per la sua capacità di conservarsi al meglio, in passato quando nasceva un bambino, era diffusa l’usanza, sia presso le famiglie contadine che quelle nobili, di conservare il Raboso per il giorno delle sue nozze. Tradizione che oggi in molti stanno felicemente riprendendo. Così questo vino dalle ”caratteristiche organolettiche più vicine a quelle della buccia d’uva ancora selvatica, non domata” rappresenta col suo rosso caldo il cuore di una cultura.

Un po’ di storia:

Il Raboso è un vino di antichissima origine prodotto da uno dei rari vitigni presenti nel Nord-Est d’Italia prima dell’avvento di Roma.

Le origini del raboso del Piave, vitigno rosso della Marca Trevigiana, si perdono nei secoli. Troviamo traccia di un vitigno a bacca rossa dalle caratteristiche simili, addirittura nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, che cita un vino del nord est più nero della pece, antenato quindi, oltre che del Raboso, anche del Terrano, del Refosco e del Friularo.

Caduto l’impero romano occorre attendere i tempi nuovi, quando Venezia estende la sua civiltà in terraferma. Per secoli il Raboso fu il solo vino che la Serenissima riuscì ad esportare anche fino in oriente. Ecco perchè il Raboso il “vin da viajo”, vino da viaggio. Merito delle sue caratteristiche di varietà robusta, ricca di tannini e con un’alta percentuale di acidità, resistente a muffe e peronospora. Inoltre non teme il freddo, la siccità ed il passare del tempo.

Si pensi che la Serenissima Repubblica di Venezia ha concluso la sua storia nel 1797 e nel 1885 sono state trovate bottiglie di Raboso del Piave in cantine inglesi: è allora da credere che davvero il Raboso era considerato ormai da molti secoli uno dei principali e più importanti vini trevigiani.

Per alcuni secoli, il raboso ha conquistato grande fama ed è stato esportato ovunque dalle navi veneziane. La coltivazione del vitigno nei territori alla sinistra del Piave è continuata con successo fino alla fine della seconda guerra mondiale. A quell’epoca, circa l’80% del vino rosso del territorio era prodotto con il raboso.

Solo negli anni ’60, la moda dei vitigni internazionali ha favorito la progressiva sostituzione del raboso con uve più famose e commercialmente redditizie, come il cabernet sauvignon e il merlot. Il Raboso Piave conosce in quegli anni una progressiva contrazione e si deve attendere gli anni ‘90 e la costituzione della Confraternita del Raboso Piave con l’aiuto di coraggiosi viticoltori per una sua giusta qualificazione e un progressivo rilancio.

Il vino è un’esperienza da condividere, quindi fateci sapere cosa pensate del ROSSO 245, IL RABOSO DEL PIAVE DI CANTINE DEL CERRO

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